E perché si chiamano “Sassi”?
NICOLA TADDONIO
archeologo | guida turistica | consulente turistico-culturale
C’è chi s’immagina mucchi di ciottoli, chi ha in mente massi sporgenti tra le case, chi è convinto che ogni casetta o grotta del centro storico sia un “sasso”. Ed è, infatti, una delle prime cose che le guide devono chiarire quando portano i visitatori ad affacciarsi, magari per la prima volta, sul balconcino del belvedere Guerricchio o su quello di piazzetta Pascoli: i Sassi di Matera non sono altro che due quartieri del centro storico della città. Ma perché si chiamano così? Qui le risposte si fanno più variegate e incerte. Ecco la mia.
“[…] eius rupes Tarpeium appellatur saxum”
Varro, Ling. 5.41
LE ORIGINI — Non conosciamo di preciso da quando i nomi “Sasso Caveoso” e “Sasso Barisano” iniziarono ad identificare i due insediamenti rupestri ai lati della Civita. I primi documenti a noi pervenuti risalgono al pieno medioevo, tra XII e XIII secolo. All’epoca, gli atti ufficiali erano naturalmente redatti in latino, ed è in questa lingua che figurano per la prima volta i termini Saxum Caveosum e Saxum Barisanum.
Ed ecco la chiave: nella lingua di Cicerone, il termine saxum significa “pietra”, “masso”, ma anche e soprattutto “rupe”, in particolare quando è legato ad un toponimo. Pensiamo ad esempio alla stessa Roma: in alcune fonti, con il termine Saxum si individua il Campidoglio, l’acropoli dell’urbe, ed in particolare alcuni tratti delle sue pendici, come il Saxum Tarpeium, un’erta rupe da cui venivano gettati i traditori, che sin dall’antichità è stata scavata per realizzare depositi ed abitazioni nella roccia tufacea. Un altro importante saxum romano è il s. sacrum, la rupe dell’Aventino da cui Remo trasse gli auspici.
Sebbene nel passaggio dal latino all’italiano il significato di saxum come rupe o parete rocciosa e scoscesa di un monte o di un burrone sia andato progressivamente perduto nell’uso quotidiano, esso si è mantenuto sia in ambito letterario (ad esempio in Dante), sia proprio nella toponomastica: Castel del Sasso (Cerveteri, RM), Sasso Marconi (BO), Sasso di Castalda (PZ), sono altri esempi di centri abitati sovrastati da una rupe rocciosa.
PARETI DI ROCCIA? DOVE?— Osservando oggi i Sassi, in particolare il Barisano, è difficile persino scorgere il banco roccioso in cui sono incastonati centinaia di edifici sovrapposti. Ma in pieno Medioevo, quando gran parte di essi ancora non esisteva, a chi li osservava dalla Civitas (dove con ogni probabilità alloggiava chi redigeva i documenti ufficiali) i Sassi apparivano molto diversi da ora: un paesaggio decisamente più rupestre, dominato da ripide pareti di roccia calcarenitica punteggiata di grotte e che ai notabili locali, intrisi di cultura classica, dovettero apparire lontane eco dei celeberrimi luoghi capitolini.
Il Monterrone, in particolare, ancora oggi non cessa di evocare suggestioni mitologiche, come quando è stato trasformato in Themyscira, l’Isola Paradiso patria delle Amazzoni, per il set di Wonder Woman.
E perché “Barisano” e “Caveoso”? Naturalmente ho una mia risposta anche a questa domanda. Ma ve la dico nel prossimo articolo.
“I am Diana of Themyscira, daughter of Hippolyta, Queen of the Amazons.”
WONDER WOMAN